Il segreto di un buon caffè non è solo nella miscela o nella moka, ma anche nella macinatura.
Dopo aver provato diversi macinini economici e qualche macinacaffè elettrico, ho scelto di usare il Kingrinder K2, un macinino manuale preciso, solido e meccanicamente perfetto per chi ama prendersi il tempo di preparare il caffè.
Qui spiego come funziona, perché lo preferisco agli elettrici e cosa cambia davvero nel gusto.
Com’è fatto il Kingrinder K2
Il Kingrinder K2 è un macina caffè manuale in alluminio anodizzato, con un corpo compatto e una struttura interna basata su:
- macine coniche in acciaio inox da 48 mm,
- un meccanismo a scatti numerati (click system) che regola la distanza tra le macine,
- una manopola con cuscinetti a sfera che garantisce scorrevolezza e stabilità durante la macinatura.
La sensazione è quella di un oggetto costruito per durare: ogni rotazione è fluida, senza gioco meccanico, e il rumore del caffè che si frantuma è “pulito”, segno che le lame lavorano in modo uniforme.
Come funziona la regolazione della macinatura
Una delle caratteristiche più interessanti è la regolazione micrometrica a click sotto la macina:
- ogni click cambia la distanza tra le lame di circa 16 micron,
- più click → macinatura più grossa (adatta a V60 o French press),
- meno click → macinatura più fine (per moka o espresso).
Per la moka, il mio punto ideale è intorno ai 60–70 click,
mentre per il V60 sto sui 70–80 click.
Questa precisione permette di replicare sempre la stessa estrazione, una cosa che nei macinini economici è quasi impossibile.
Perché la macinatura è così importante
Il caffè in chicchi contiene oli aromatici e composti volatili che si degradano rapidamente una volta macinati.
Macinando al momento:
- si preservano gli aromi.
- si controlla la superficie di contatto (più fine → più estrazione).
- e si evita la perdita di corpo o il gusto bruciato.
Un caffè macinato troppo fine nella moka rischia di far passare l’acqua troppo lentamente → estrazione eccessiva, gusto amaro.
Se troppo grosso → l’acqua passa troppo veloce → gusto piatto e acquoso.
Con il Kingrinder regoli con precisione millimetrica, e puoi letteralmente “accordare” il sapore del caffè come uno strumento musicale.
Manuale contro elettrico
Molti mi chiedono: “Perché non prendi un macina caffè elettrico?”.
La risposta per me è semplice:
- i manuali come il non surriscaldano i chicchi,
- non producono cariche statiche (che fanno appiccicare la polvere),
- sono silenziosi,
- e non richiedono elettricità: puoi usarli ovunque.
È una questione di ritmo più che di praticità.
Girare la manovella è un gesto che fa parte del rito, ti connette al momento.
È un modo per rallentare, e per ricordarti che il caffè buono nasce da gesti semplici e precisi.
Manutenzione e durata
- Pulisci le macine una volta al mese (basta un pennello a setole rigide).
- Evita di usare acqua: basta aria o uno spazzolino.
- Non serve lubrificare, ma ogni tanto controlla che la vite centrale non si allenti.
- Le macine in acciaio durano anni — molti utenti arrivano a oltre 200 kg di caffè macinato senza sostituzioni.
Perché lo consiglio
Non è un accessorio “di design”: è uno strumento di precisione per chi vuole capire cosa succede dentro la tazzina.
Il Kingrinder K2 è un compromesso perfetto tra artigianalità e controllo.
È una di quelle cose che compri una volta sola, e ogni mattina ti ricorda che anche la semplicità può essere un lusso.